Di Alessandro Anselmi
Cielo grigio su.
Se ai dischi dovessimo abbinare un colore, più che il rosso della copertina a "North" abbinerei il grigio. È "impregnato" di grigio. Lo stesso grigio metallo della periferia di una metropoli industriale, dei macchinari abbandonati, delle catene di produzione ferme, dell'aria piena di smog. Non a caso escono per Hyperdub (Kode 9, Burial...vi dicono niente?) e sul certificato di residenza c'è scritto South London, in quanto a cielo grigio lì ne sanno qualcosa.
Un album molto atteso, doveva uscire circa un anno fa, cestinato e rifatto ex novo. Io ero tra quelli che aspettava. Aspettavo al varco la strana creatura di nome Darkstar, dopo il bellissimo Ep "Aidy's Girl is a Computer" (traccia qui contenuta) ne volevo ancora. L'attesa è finita a Novembre, qualche settimana dopo stringo tra le mani quest'album in tutto il suo vinilico splendore. Indubbiamente il mese più adatto per un disco così.
Sono rimasto piacevolmente spiazzato da "North", immaginavo di (ri)trovare un disco legato in qualche modo al Garage inglese, come del resto l'Ep lasciava intendere, invece ascolto molte parti cantate ed una vena Pop che si fa strada lungo tutte le dieci tracce dell'album. "Darkstar" diviene una band, a James Young e Aiden Whalley si aggiunge James Buttery per le parti vocali. La cover, scelta anche come singolo, è indicativa di questo percorso, si tratta di "You Remind Me of Gold" (si quella degli Human League) che diventa "Gold". Il pezzo in questione ma anche il disco tutto, sembra "sedato" da massicce dosi di benzodiazepine. Ci troviamo di fronte a qualcosa di lento, SynthPop-onirico pieno di malinconia e torpore (Deadness). Musica sfuggente, fatta della stessa materia dei sogni. Melodie e beats di basso profilo, parti vocali un'pò lamentose ma mai stucchevoli, ascoltatevi "Under One Roof" e capirete cosa voglio dire. Siamo in territori dove hanno passeggiato certi Radiohead? Forse si.
Cos'altro dire, grazie ancora Hyperdub e ben tornati Darkstar. Sarò lì ad aspettare anche la prossima volta.